Оригинал статьи на итальянском языке:
ATTUALIT? LA PIAGA DEI FURTI
SE LA CENTRALINA RISPONDE AL LADRO
L'elettronica a difesa della vettura ? un deterrente che pu? essere aggirato. Ma a disposizione degli automobilisti ci sono nuovi sistemi antifurto. Ecco come funzionano
di Cosimo Murianni
Quanto ci vuole per rubare un'automobi le? Giusto il tempo di collegare una centralina modificata per aggirare l'immobilizer. Lo abbiamo verificato di persona sottoponendo una citycar a una simulazione di furto. Il verdetto, per quanto sconcertante, fotografa una realt? ormai consolidata: la macchina inviolabile non esiste ed ? sempre in atto una sorta di gara a guardie e ladri tra, da un lato, le case automobilistiche e i produttori di antifurto, dall'altro i malviventi. A volte sono in vantaggio i primi, altre i secondi. Per fortuna, grazie agli ultimi sviluppi della tecnologia, l'automobilista pu? difendere la propria vettura con un'alta probabilit? di successo: merito anche della nuova frontiera degli antifurto elettronici, come vedremo in una seconda prova. Ecco com'? andata.
LA PARABOLA DELL'IMMOBILIZER
Prima di entrare nel vivo dei test occorre fare un piccolo passo indietro. Nel 1991, dopo la caduta del muro di Berlino, in Germania si quadruplicano i furti d'auto. Sui giornali tedeschi dell'epoca, molto maliziosamente, s'insinua che la fame di vetture dell'ex Ddr arrivi al punto tale da ingoiare anche quelle di provenienza non proprio lecita. Fatto sta che su pressione delle potenti assicurazioni tedesche, gi? a partire dal 1992, i costruttori iniziano a pensare a un sistema di sicurezza capace di abbinare in modo univoco la chiave d'avviamento con la vettura. I primi immobilizer (questo il nome del dispositivo) vedono la luce nel 1994 su alcune Ford e Volkswagen e gi? l'anno successivo l'Unione Europea li rende obbligatori. Per alcuni anni, il chip all'interno della chiave, che dialoga con la centralina della macchina e d? il consenso all'avviamento, ha fornito una relativa tranquillit? agli automobilisti e reso difficile la vita ai ladri. Questi ultimi, tuttavia, non sono rimasti certo a guardare. Tentativo dopo tentativo, sono riusciti a escogitare un modo per manomettere le centraline delle auto, aggirando proprio l'odiato immobilizer. Come dimostriamo nella nostra prova, il furto avviene cos?: il ladro si presenta all'appuntamento con la sua preda gi? munito di centralina priva di codice. Assieme a un complice, dopo aver aperto la vettura e rotto il blocchetto d'accensione, la collega al motore e lo fa partire, con buona pace di transponder e altre diavolerie varie. Noi ci siamo procurati una di queste centraline "adulterate" e l'abbiamo agganciata al cablaggio della nostra citycar. Non solo il propulsore si ? avviato senza problemi, ma lo ha fatto anche senza crisi di rigetto: nessuna spia di anomalia, infatti, si ? accesa sul cruscotto. Un bel lavoro, non c'? che dire. A discapito dei ladri, tuttavia, va detto che non ? sempre agevole procurarsi uno di questi aggeggi, tanto che, spesso, chi riesce a reperire la centralina, poniamo, di una Volkswagen Golf con un certo motore, finisce per rubare esclusivamente quelle. Soltanto le bande pi? organizzate possono permettersi di raccogliere sul mercato sommerso svariate centraline in modo da poter trafugare pi? modelli di auto.
SICUREZZA SU PI? LIVELLI A conti fatti l'immobilizer riesce a essere un ostacolo solo per i ladri meno capaci, quelli con meno risorse. Per i professionisti si rivela una semplice formalit?. A far per? pendere l'ago della bilancia a favore degli automobilisti, per fortuna, ci pensano gli antifurto elettronici di ultima generazione, come quello installato sull'ammiraglia protagonista del nostro secondo test. Da semplici scatolette con sirena e blocco del motore si sono evoluti in complessi sistemi multitasking che possono dialogare con centrali operative di rischio e con il proprietario, tramite rete sia Gps sia Gsm (e anche alta frequenza e reti ultraveloci), fornendo momento per momento la posizione del veicolo. L'innovazione, oltre alla miniaturizzazione dei componenti (? pi? facile nasconderli a bordo) sta anche nel diverso approccio rispetto al furto. Partendo dal principio che, durante l'attacco, le comunicazioni tra il veicolo e la centrale operativa (o il proprietario) possono essere interrotte in qualunque momento, i nuovi sistemi cercano di difendere l'auto anche se elettronicamente isolata. Lo fanno predisponendo una serie di trappole a difficolt? crescente per disorientare il ladro. La prima di queste ? il blocco del motore dopo pochi secondi (programmabili), un fermo che non ? possibile aggirare per strada perch? bisogna smontare mezza macchina e usare apparecchiature complesse. E, siccome di una sirena d'allarme che suona ormai non si cura pi? nessuno, ecco il colpo di scena finale: un generatore di fumo pirotecnico che ha il merito di disorientare il malvivente e attirare l'attenzione dei passanti, che eventualmente possono chiamare le forze dell'ordine. C'? per? la possibilit? che il ladro sia dav vero preparato a ogni evenienza e dotato di carro attrezzi. Bene, anche se riesce a ricoverare la vettura in un posto isolato per lavorare con calma alla disattivazione dell'antifurto, non ? detto che ci riesca perch? il chip che blocca il motore non ? solo uno: ce ne possono essere fino a sei, talmente piccoli da essere messi nei posti pi? impensabili. Basta seguire a ritroso le linee elettriche e scoprire le interruzioni, dir? qualcuno. Certo, ma questa procedura poteva andar bene con i vecchi antifurto. Con gli apparecchi di ultima generazione, i blocchi del motore sono "silenti", ovvero restano invisibili sino a quando l'auto non si mette in movimento, rendendone inutile la ricerca con i metodi tradizionali. Un sistema di protezione aggressivo, crudo, se vogliamo, ma efficace, in grado di proteggere non solo ammiraglie, ma anche compatte e citycar.
UNO SCUDO ACCESSIBILE
Quanto costa tutto questo? Per l'antifurto top di gamma che abbiamo testato, il Pandora DXL 5100, si spendono 1.050 euro (montaggio escluso), ma se si rinuncia a qualche accessorio e l'auto da difendere non ha un valore elevato possono bastare i circa 500 di quello di fascia media (3910). Quanto ci metteranno i ladri a scoprire come aggirarli? Non lo sappiamo, ma ci? che ? certo ? che, almeno in questo momento, l'automobilista ? in netto vantaggio.
Mentre un complice stacca la centralina originale e collega quella priva di protezione, il ladro forza il blocchetto di accensione e avvia il motore. Cos?, l'immobilizer non pu? pi? svolgere la sua funzione
MORTE DI UN CODICE ELETTRONICO
SE VI SIETE SEMPRE chiesti che cosa ci sia dentro una centralina di gestione di un motore, la risposta ? la fotografia che vedete accanto. Se non vi dicessimo che ? lei, potrebbe essere benissimo la scheda madre di un computer o di una lavatrice. Chi lavora con questi circuiti, invece, conosce a memoria ogni chip e condensatore saldati sulla scheda e sarebbe anche capace d'individuare il motore che comanda senza nemmeno vedere l'etichetta. Quello che per? interessa ai ladri non ? quanto si vede, ma ci? che ? nascosto all'interno dei circuiti integrati. Sono le righe di codice che forniscono le istruzioni ai componenti, all'hardware, un po' come il software di un computer. Tra le loro pieghe si nascondono i codici che dialogano con l'antenna presente nel blocchetto di accensione. Questa, dopo aver rilevato la presenza del transponder annegato nella chiave, manda un segnale alla centralina e permette l'avviamento del motore. Il tecnico al soldo dei ladri scopre la sequenza e, secondo il tipo di centralina, la esclude oppure la riscrive in modo tale da fornire lo "start" in automatico, anche senza segnale dell'antenna. Le Case, per ovvi motivi, sono molto gelose delle tecnologie delle centraline e spesso le rendono inaccessibili annegando i circuiti nella resina. Per i ladri venirne a capo ? un lavoraccio, ma spesso riescono lo stesso nel loro intento.
L'ALLARME MULTITASKING
NELLA FEDERAZIONE Russa i furti di auto sono una piaga ancor peggiore che da noi, con risvolti delicati sul piano sociale. Ecco perch? alcuni degli antifurto pi? avanzati attualmente sul mercato sono stati concepiti a Est. Un business sul quale si sono lanciate anche aziende di forniture militari a caccia di nuovi affari dopo lo scioglimento dell'Urss. Nella nostra prova, il ladro avvia il motore clonando i dati della centralina. L'auto parte, ma si blocca subito dopo, a prescindere se sia o no oscurata da un jammer. Il sistema, dopo aver capito che alla guida non c'? il proprietario, ferma il motore e fa scattare il fumogeno: lo choc ? garantito.